da “Donne che corrono coi lupi” – Trappola numero cinque

TRAPPOLA NUMERO CINQUE: TENTATIVO DI VITA SEGRETA, SCISSIONE

“….L’agire furtivamente si dà quando la donna sopprime ampie parti del Sé fra le ombre della psiche. Secondo la psicologia analitica, la repressione degli istinti positivi e negativi, dei bisogni e dei sentimenti nell’inconscio fa sì che questi dimorino nel regno delle ombre. Mentre Io e Super-io tentano di continuare a censurare gli impulsi, la pressione causata dalla repressione è come una bolla sulla parete di uno pneumatico. La ruota gira, si surriscalda, aumenta dunque la pressione sulla bolla e alla fine la fa esplodere, espellendo tutto quanto era contenuto all’interno. L’ombra agisce in modo simile. Ecco perché …una persona normalmente amabile può avere un accesso di collera, comportandosi per un momento come un bengala impazzito. Scopriamo che, socchiudendo la porta del regno delle ombre e lasciando uscire vari elementi poco per volta, relazionarci a questi, trovando per loro un uso, negoziando, possiamo farci sorprendere meno da attacchi furtivi dell’ombra e inattese esplosioni. Se i valori cambiano nelle varie culture, dando maggiore o minore rilievo alla “negatività” e alla “positività” dell’ombra, i tipici impulsi considerati negativi e relegati quindi fra le ombre incoraggiano l’individuo ad abbandonarsi a vari eccessi. In genere gli aspetti negativi dell’ombra sono stranamente eccitanti e cionondimeno entropici in natura, sottraendo equilibrio ed equanimità di umore e vita a individui, relazioni e gruppi allargati.

L’ombra può tuttavia comprendere il divino, il piacevole, il bello e potenti aspetti della personalità. Specie per le donne, l’ombra quasi sempre contiene aspetti bellissimi dell’essere, proibiti e poco apprezzati dalla loro cultura. In fondo al pozzo della psiche di troppe donne sta la creatrice visionaria, l’astuta dicitrice della verità, la preveggente, colei che parla di sé senza denigrarsi, che può affrontarsi senza umiliarsi, che opera per perfezionarsi… Questi aspetti scartati, svalutati e “inaccettabili” dell’anima e del Sé non si limitano a starsene nell’oscurità, ma cospirano sui tempi e i modi per aprirsi un varco verso la libertà. Giù nell’inconscio parlottano, sono in fermento, ribollono, finchè un bel giorno, e non importa la cura con cui il coperchio che li ricopre è stato sigillato, esplodono all’esterno e verso l’alto in un torrente non incanalato e con una volontà tutta propria…E’ difficile tappare quanto è eruttato dall’ombra dopo la detonazione. Se sarebbe stato molto meglio trovare un modo integrale di vivere la gioia nello spirito creativo consapevolmente, invece di seppellirlo, talvolta la donna è spinta con le spalle al muro, e questo è il risultato…

Pensando di non potersi mostrare stufa di tutto quello che la infastidisce, la donna comincia a condurre una strana doppia vita; simula, e agisce come le pare non appena ne ha l’occasione. Quando una donna pretende di comprimere la propria vita in un grazioso pacchetto ben confezionato, riesce soltanto a spingere nell’ombra tutta la sua energia vitale. “Bene, sto bene”, dice una donna siffatta. La guardiamo attraverso la stanza o nello specchio. Sappiamo che non sta bene. Poi, un bel giorno, apprendiamo che se n’è andata a Tippicanoe con un suonatore di ottavino, e ci domandiamo cosa può essere successo, perché sappiamo che odia i suonatori di ottavino e che ha sempre voluto vivere alle Isole Orcadi e non a Tippicanoe….La Donna Selvaggia può fingere di vivere una “vita normale” mentre digrigna i denti, ma c’è sempre un prezzo da pagare….Una donna può essere esteriormente garbata e perfino cinica, ma dentro sanguina…Una donna può cercare di adattarsi finchè non ce la fa più, e allora la sua natura creativa, corrosa e sfiorita perché costretta nell’ombra, erompe con violenza per ribellarsi contro i dogmi dell’”educazione” in modi avventati, senza curarsi delle proprie doti e della propria vita. Ditela come volete, ma rubare una vita perché quella vera non trova abbastanza spazio per fiorire è tremendo per la vitalità delle donne. Le donne catturate e messe alla fame rubano di tutto: rubano libri e musica proibiti, rubano amicizie, sensazioni sessuali, affiliazioni religiose. Rubano pensieri furtivi, sogni di rivoluzione. Rubano tempo a compagni e famiglie. Rubano un tesoro in casa. Rubano il tempo per scrivere, il tempo per pensare, il loro tempo-anima. Rubano uno spirito in camera da letto, una poesia prima del lavoro, un salto o un amplesso quando nessuno guarda…..Rubare una vita-anima contraffatta non funziona mai. Quando meno ve lo aspettate, fa esplodere lo pneumatico. E allora intorno tutto è sofferenza….Così le donne ingannano se stesse. Hanno gettato via il tesoro ma rubacchiano morsi e pezzetti ovunque….E’ difficile rubacchiare così piccoli brandelli di vita, ma le donne lo fanno quotidianamente. Se una donna si sente costretta a rubacchiare vita, è in condizioni di sussistenza assolutamente precaria. Ruba vita ascoltando “loro”, e non importa chi sono quei “loro”, nella sua esistenza. Agisce con disinteresse e calma in superficie, ma ovunque appaia un filo di luce il suo Sé affamato salta fuori, corre dietro la più prossima forma di vita, si accende, scalpita, carica all’impazzata, la fa danzare senza requie, la esaurisce, poi cerca di scivolare nella cella oscura prima che qualcuno si accorga che è uscita.

Si comportano così le donne infelicemente sposate. E le donne indotte a sentirsi inferiori. E le donne piene di vergogna, le donne che temono il castigo, il ridicolo e l’umiliazione. E le donne dall’istinto ferito. Rubacchiare è una buona cosa per la donna catturata solamente se ruba la cosa giusta, solamente se quella cosa la conduce alla liberazione. Fondamentalmente, rubacchiare pezzetti buoni e nutrienti e coraggiosi di vita fa sì che l’anima sia ancor più determinata a porre fine a quel rubacchiare, e a voler essere libera di condurre la vita in piena luce come meglio le aggrada. C’è tuttavia qualcosa nell’anima selvaggia che non ci consentirà di sussistere per sempre in modo frammentario. In effetti, è impossibile che la donna che lotta per la consapevolezza si accontenti di rubare qualche boccata d’aria pura e non pretenda null’altro…..Anche se magari ce la fate ad andare avanti con pochissima aria, o addirittura senza, sopravviene qualcosa di simile ad un pugno, qualcosa di fiero ed esigente che alla fine vi costringe a incamerare aria il più rapidamente possibile. La trangugiate, la mandate giù, finchè riuscite a respirare di nuovo appieno.

Fortunatamente, esiste anche una sorta di anima/psiche. Ci costringe a respirare aria buona a pieni polmoni. In realtà, sappiamo benissimo di non poter vivere di piccoli sorsi rubati di vita. La forza selvaggia dell’anima femminile la vuole tutta. Possiamo restare vigili e assumere le cose giuste per noi…

Una psicologia completa deve comprendere non soltanto il corpo, la mente e lo spirito ma anche, parimenti, la cultura e l’ambiente circostante. In questa luce, bisogna domandarsi come mai una donna sia arrivata a pensare di doversi fare piccola piccola, di doversi ritrarre, di dover strisciare, di dover pregare per una vita che è sua. Che cosa in una cultura pretende una cosa del genere? Una ricerca approfondita nelle pressioni create da ogni strato di mondo interiore e di mondo esterno impedirà alla donna di pensare che rubacchiare pezzi di vita in qua e in là sia in qualche modo una scelta costruttiva…”

 C.P. Estes “Donne che corrono coi lupi”

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