da “Donne che corrono coi lupi” – Trappola numero due

TRAPPOLA NUMERO DUE: LA VECCHIA SIGNORA

(Chi di noi non ha mai sentito, da voci esterne o da una voce che proviene dall’interno parole simili a queste): “comportati come si deve, non sollevare ondate, non avere pensieri spregiudicati, non farti venire in mente grandi idee, non dare nell’occhio, sii in copia carbone, sii carina, di sì anche se la cosa non ti piace, non ti sta bene, non è della misura giusta e fa male”….
La nostra sfida, nell’interesse dell’anima selvaggia e dello spirito creativo, è di non amalgamarci in nessuna collettività, è di distinguerci da quelli che ci circondano, gettando eventualmente per loro dei ponti dietro di noi…
Se una donna cerca di essere parte di un’organizzazione, di un’associazione o di una famiglia che trascura di guardarla con attenzione per vedere com’è fatta, e non si domanda mai che cosa la muove e non fa neanche il minimo sforzo per sfidarla o incoraggiarla in modo positivo, allora la sua capacità di fiorire e creare si svilisce. Più le circostanze sono dure, più viene esiliata in una landa cosparsa di sale in cui nulla può crescere.
La separazione della vita e della mente della donna dal pensiero collettivo appiattito e lo sviluppo dei suoi talenti originali sono fra le imprese più importanti che una donna possa progettare e compiere, perché impediscono all’anima e alla psiche di scivolare nella schiavitù. Una cultura che davvero promuove lo sviluppo individuale mai farà di un gruppo o di un genere una classe di schiavi….
Congedandoci dalla nostra vita reale e appassionata per salire sulla carrozza dorata della vecchia signora inaridita, in realtà adottiamo la persona e le ambizioni della vecchia perfezionista fragile. Poi, come tutte le creature catturate, piombiamo in una tristezza che ci porta a un desiderio ossessivo, spesso definito nella mia professione “l’irrequietezza senza nome”. E allora corriamo il rischio di afferrare la prima cosa che prometterà di farci sentire di nuovo vive.
E’ importante restare con gli occhi ben aperti e soppesare attentamente le offerte di un’esistenza più facile, di un cammino senza difficoltà, specie se, in cambio, ci chiedono di consegnare la nostra personale gioia creativa al fuoco della cremazione invece che al fuoco acceso da noi.”

Donne che corrono coi lupi – C.P.Estes

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